понедельник, 13 июня 2011 г.

I valori basilari dell'amicizia sono la fiducia e l'onestà. Quando una persona, senza esitare, ti guarda negli occhi e può dire sì, di te mi fido! ", quella è vera amicizia.
 
Siamo gabbiani che possono ascoltare
tutto cio' che un cuore dice con
purezza e sincerita', senza che le corde vocali
 tramutano in fredde parole i nostri pensieri.
Uno stuolo di sentimenti che vibrano sulle ali che
  sfiorano le onde del nostro immenso mare
di tenerezza e amore.
 
QUESTO AMORE
Jacques Prévert
 
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
Cattivo come il tempo
Quando il tempo e cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gioioso
Così irrisorio
Tremante di paura come un bambino quando e buio
Così sicuro dì sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare e impallidire
Questo amore tenuto d'occhio
Perché noi lo tenevamo d'occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l'abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutt'intero
Così vivo ancora
E baciato dal sole
E' il tuo amore
E' il mio amore
E' quel che e stato
Questa cosa sempre nuova
Che non e mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda viva come l'estate
Sia tu che io possiamo
Andare e tornare possiamo
Dimenticare
E poi riaddormentarci
Svegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognarci della morte
Ringiovanire
E svegli sorridere ridere Il nostro amore non si muove
Testardo come un mulo
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Stupido come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
Ci parla senza dire
E io l'ascolto tremando
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti quelli che si amano
E che si sono amati
Oh sì gli grido
Per te per me per tutti gli altri
Che non conosco
Resta dove sei
Non andartene via
Resta dov'eri un tempo
Resta dove sei
Non muoverti
Non te ne andare
Noi che siamo amati noi t'abbiamo
Dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci morire assiderati
Lontano sempre più lontano
Dove tu vuoi
Dacci un segno di vita
Più tardi, più tardi, di notte
Nella foresta del ricordo
Sorgi improvviso
Tendici la mano
Portaci in salvo.



 
a tutti da Tony Kospan
 
 
I CAMPI FLEGREI TRA MITO E LETTERATURA - II PARTE
 
 
Lasciandoci alle spalle il golfo di Pozzuoli, incontriamo la sagoma del monte Nuovo, cosi denominato poiché si formò in pochi giorni nel 1538 durante un’eruzione vulcanica che distrusse il villaggio e la terma romana di Tripergole.
 
 
Monte Nuovo
 
Il monte è ora ricoperto da una folta e profumata vegetazione di macchia mediterranea, si può raggiungere la cima attraverso un sentiero che lo costeggia fino ad una chiesetta dalla quale si può ammirare un panorama mozzafiato del golfo di Pozzuoli e dell’area archeologica circostante.
E’ purtroppo anche visibile lo scempio edilizio degli anni 50 in puro palazzinaro-style. Procedendo ancora verso oriente ci imbattiamo in un piccolo lago anticamente unito al mare da un canale ed  adibito  a vivaio di pesci e di ostriche.
 
Petrus_de_Ebulo_-_Balneum_Tripergul.jpg Mosaico con catalogo di pesci, da Pompei. picture by orsosognante
Balneum Tripergulae - Terma di Tripergola  
 
 
Lì fioriva  un  ricco commercio ed infatti il nome del lago di Lucrino, così si chiama, deriva dal verbo latino “lucrare”. Il secondo lago che incontriamo è il tenebroso lago d’Averno che il mito connette con l’oltretomba: natura ostile e violenta, ostilità tra uomo e natura, esalazioni mefitiche che vengono dal sottosuolo. 
 
 
 
604px-Napoli-museomosaico2.jpg Pietro da Eboli: Balneum Tripergulae picture by orsosognante
 Mosaico con pesci proveniente da Pompei
 
 
 
Lucrezio, in un suo poema, narra che gli uccelli che volavano sul lago non battevano più le ali e cadevano morti . Il lago d ‘Averno (dal greco: senza uccelli), ci racconta Virgilio nell’Eneide, è posto al centro del cratere di un vulcano spento ed è anche il luogo dal quale, attraverso un antro tenebroso, si raggiungevano gli Inferi, in quel luogo dimoravano i trapassati. Leggendo il suo poema sentiamo i personaggi e la natura vibrare con la stessa emozione che suscita quel luogo. Anche Dante colloca l’entrata ali Inferi nella selva del lago d’Averno che  ancora oggi suscita questo patos nelle persone che lo visitano. 
Dal lago, attraverso un arco ed una strada romana sul cui lastricato ancora si vedono gli antichi segni delle ruote dei carri, si arriva alla mitica Cuma su cui si erge l’Acropoli e l’antro della enigmatica Sibilla Cumana., sacerdotessa del Dio Apollo.
 
 
Joseph_Mallord_William_Turner_004.jpg Lago d'Averno: Enea e la Sibilla Cumana picture by orsosognante
Enea e la Sibilla Cumana
 
Raramente si incontra un luogo che unisce in sé passato, presente e futuro, uomini eroi e dei, storia e natura tutti tra di loro uniti e strettamente avvinti  nella magia dell’incanto Virgiliano. Conosceva Virgilio la grandiosa e tenebrosa cripta? E’ inevitabile dare un luogo al paesaggio che ispirò al poeta la discesa della Sibilla e di Enea agli inferi:”Andavamo oscuri per la notte solitaria attraverso l’ombra, attraverso le case vuote di Dite e i vari regni, come quando attraverso l’incerta luna, sotto luce maligna si apre un sentiero per la selva,  dove Giove nasconde il cielo nell’ombra e la notte toglie il colore alle cose”.

Acropoli Cuma
 
In questo luogo estremamente suggestivo,  nelle “Metamorfosi”, Ovidio chiede alla Sibilla la sua storia  personale .“Io ero una giovane donna amata da Apollo che, in cambio della mia verginità, mi concesse il dono di vivere tanti anni ancora quanti granelli di sabbia stringeva il mio pugno” Moltissimi anni dopo nel 1922, anche il drammaturgo T.S. Eliot nel suo romanzo” The waist land” incontra la Sibilla vecchissima ed immortale e le chiede:“Sibilla cosa vuoi?” ed essa interrogata risponde: “Voglio morire”. Ancora Petronio nel “Satyricon” ci descrive la tristissima storia della Sibilla Cumana. 
 
 
ApolloandtheCumaeanSibyl.jpg APOLLO E LA SIBILLA CUMANA picture by orsosognante
Apollo e la Sibilla Cumana
 
 
 L’importanza e la peculiare bellezza dei Campi Flegrei era nota fin dai tempi più remoti.  Nell’antico vetro di Odemira, ritrovato durante gli scavi, si specchiano i monumenti di Pozzuoli e sulle fiaschette vitree del Museo di Piombino , che si vendevano come souvenir, sono dipinti i principali monumenti della costa flegrea da Miseno  a Baia e  della striscia da Baia a Pozzuoli: gli “Ostriaria” (allevamenti di ostriche), la villa imperiale di Baia, il complesso termale ed il grandioso circo. 
 
 
Antro della Sibilla Cumana
 
   
Così i Campi Flegrei, come negli antichi vetri, si riflettono nelle testimonianze letterarie, nella prosa e nella poesia della Repubblica e dell’Impero di romano e, a sua volta, nei Campi Flegrei si rispecchia l’alta società di Roma. Sul litorale  da Miseno a Stabia fiorivano le “ville marittime”...
 
Ricerca e testo di Valentine - impaginazione Tony Kospan

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