понедельник, 13 июня 2011 г.

   LAVORO MUSCOLARE

Le cellule muscolari sono differenziate per svolgere la funzione di contrazione. In pratica esse possiedono la capacità di accorciarsi e questo comporta la generazione di una forza alle estremità della cellula stessa.
Generazione di forza
Se tutte le cellule muscolari di un muscolo si contraggono insieme, esse generano forza sui punti di inserzione ossea dei tendini e questo causa il movimento di un segmento corporeo.La generazione di forza da parte di una cellula muscolare è l’ultima tappa di una serie abbastanza complessa di eventi che possono essere schematicamente riassunti come segue:
  • al muscolo deve giungere, attraverso il nervo motore, un ordine per la contrazione; se il movimento è volontario l’ordine parte da una zona ben precisa del cervello.
  • il segnale trasmesso dal nervo innesca nelle cellule muscolari una serie di reazioni chimiche che liberano energia chimica;
  • l’energia chimica si trasforma in energia meccanica causando accorciamento delle cellule muscolari.

L’evento 1 è più di pertinenza nervosa, mentre gli eventi 2 e 3 sono tipicamente di fisiologia muscolare in quanto descrivono il funzionamento del motore biologico.
Per la spiegazione del funzionamento del motore può essere utile richiamare qualche analogia con il motore dell’automobile. Nel motore dell’automobile il combustibile si incendia per intervento dell’ossigeno, l’energia che ne deriva serve a muovere i pistoni. Come tutti sanno, questa reazione chimica di combustione libera energia in modo repentino, si parla infatti di motore a scoppio e tutti sanno anche che un motore deve disporre di un sistema di raffreddamento per dissipare la notevole quantità di calore che si libera nello scoppio.Anche nel motore biologico si verifica  un processo di ossidazione di combustibile, tuttavia a differenza di quanto avviene nel motore a scoppio, non esiste una sola reazione chimica, ma una serie di molte reazioni chimiche concatenate: il risultato è che l'energia si libera in quantità distribuite nel tempo e questo evita un considerevole aumento di temperatura, il che comporterebbe una denaturazione irreversibile dei tessuti. Ovviamente parte dell’energia chimica si libera sotto forma di calore, ma l’organismo dispone di adeguati meccanismi per disperdere questo calore e quindi controllare la temperature corporea.
Esaminando più in dettaglio il funzionamento del motore biologico, si osserva che nelle cellule muscolari vi sono degli organelli, detti mitocondri , che rappresentano una vera e propria fornace ove si realizzano le varie tappe del metabolismo ossidativo.
Mitocondrio

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La molecola che entra nella fornace è sempre la stessa e può derivare dal metabolismo dei grassi, delle proteine e degli zuccheri. Questi tre gruppi di sostanze vengono anche indicati come substrato. La decisione di metabolizzare grassi, proteine o zuccheri è presa dalla cellula muscolare in base al tipo di attività fisica e alla disponibilità di substrato. Ad esempio, nell’esercizio di resistenza (corsa lunga, passeggiata in montagna), le cellule muscolari scelgono come substrato principale i grassi. Viceversa, nel lavoro di potenza esse scelgono gli zuccheri. Le cellule in effetti si servono di una miscela di substrati ove dominano ora i grassi ora gli zuccheri. La scelta delle proteine non è primaria, essa si verifica in due casi: come conseguenza del fatto che esiste notevole scarsità di zuccheri (ipoglicemia), in questo caso la cellula è costretta a distruggere proteine per formare zuccheri e distrugge in effetti tessuto proteico muscolare; nel secondo caso la cellula metabolizza proteine che provengono dal normale ricambio proteico. Bisogna infatti ricordare che le strutture proteiche sono sottoposte a carichi e manifestano “affaticamento meccanico” analogamente a quanto si verifica per le strutture di un aereo; le cellule provvedono quindi normalmente a distruggere le molecole proteiche parzialmente degradate e a sintetizzarne di nuove. In media il ricambio proteico è di 1g/kg al giorno, quindi in un soggetto di 70 kg il fabbisogno proteico giornaliero è di 70g. L’energia che si libera in alcune delle reazioni concatenate indicate sopra viene usata dalle cellule muscolari per la sintesi di un composto che contiene tre gruppi fosforici indicato come ATP (adenosin trifosfato) che è altamente energetico. Infatti, l’ATP una volta formato, ha facilità a cedere un gruppo fosforico liberando energia.
Questa reazione realizza nella cellula muscolare una modificazione della disposizione spaziale delle molecole fibrillari note come actina e miosina che si traduce in un accorciamento della cellula muscolare . L’accorciamento è temporaneo ed è seguito dal ritorno alla condizione di riposo (rilasciamento).
Fatica
La cellula muscolare manifesta il fenomeno della fatica che consiste nel fatto che malgrado venga stimolata non è più in grado di contrarsi; questo è ascrivibile ad una serie di fattori quali:
  • carenza di ATP
  • carenza di substrato che serve alla resintesi di ATP
  • acidosi da elevata concentrazione di acido lattico
  • alterazione della concentrazione di ioni intracellulari (sodio, potassio, calcio)
  • disidratazione
E’ importante ricordare che una volta generatisi, questi fattori non si rimuovono molto rapidamente. Sicuramente è necessario un tempo sufficientemente lungo da compromettere una prestazione agonistica. Il riposo rimuove questi fattori.
Rendimento
Quando si parla di un motore è utile proporre il concetto di rendimento, cioè il rapporto tra lavoro fatto ed energia totale spesa per compiere il lavoro. Il rendimento della cellula muscolare è piuttosto elevato, circa il 25%, paragonabile a quello di una dinamo e molto superiore rispetto a quello di un motore a scoppio. Tuttavia, il rendimento del muscolo durante l’esecuzione di movimento complesso come la marcia e la corsa è sorprendentemente molto più elevato, raggiungendo il 55-60%. Questo si realizza per un’azione combinata tra muscolo e tendine nella particolare condizione in cui il muscolo si allunga durante la contrazione. Si pensa più facilmente all’accorciamento di un muscolo durante la contrazione, ma è molto frequente il caso in cui un muscolo si contrae e si allunga. Ad esempio scendete un gradino abbassando la gamba destra, se contemporaneamente ponete la mano sulla coscia di sinistra potete rilevare la contrazione del muscolo quadricipite; siccome il ginocchio di sinistra è in flessione questo significa che il muscolo quadricipite si contrae e si allunga. Analogamente, durante un passo di corsa, la fissazione della gamba in appoggio si realizza con una certa flessione del ginocchio e contrazione del quadricipite. La stessa gamba in appoggio sarà poi quella che fornisce la spinta la quale si realizza con l’estensione della gamba causata dalla contrazione del quadricipite. Pertanto il muscolo quadricipite rimane in contrazione nella fase di appoggio (contrazione-allungamento) e nella successiva fase di estensione (contrazione-accorciamento): dal punto di vista meccanico, nella fase di contrazione-allungamento si immagazzina energia elastica che si libera nella successiva fase di estensione.
Questo meccanismo consente un notevole risparmio energetico in quanto la forza per l’estensione della gamba deriva da un recupero di energia elastica e non da attività metabolica. La conseguenza fisiologica di questo meccanismo è il basso costo energetico della marcia e della corsa: circa 1 kcal per kg di massa per km percorso. Per una persona di 70 kg ci vogliono 70 kcal per fare 1 km e 700 kcal per fare 10 km. Nella maggior parte dei casi le persone non sono in grado di fare 10 km e questo non perché non hanno a disposizione nel loro organismo substrato sufficiente a fornire 700 kcal. Infatti il nostro organismo dispone di una scorta di circa 500g. di zucchero che liberano 2000 kcal, e qualche chilo di grassi, diciamo 10 kg, corrispondenti a ben 9000 kcal. Quindi sulla base della quantità di zuccheri e lipidi, ci sarebbe una disponibilità pronto uso di 11000 kcal, utili a coprire qualcosa come 157 km. L’incapacità a coprire 10 km (o molto meno) dipende principalmente dalla scarsa efficienza del sistema "trasporto-utilizzo" dell’ossigeno.

L’INTELLIGENZA EMOTIVA: L’AMIGDALA

giovedì
gen 29,2009
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«Ma ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l’uomo. Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni. Queste sono le cose che contaminano l’uomo; ma il mangiare con le mani non lavate non contamina l’uomo». Matteo 15: 18-20
Noi tutti abbiamo avuto a che fare con l’amara esperienza della perdita del controllo emozionale… Cercate di ricordarvene qualcuna e in modo particolare soffermatevi a quello che maggiormente è rimasta impressa nella vostra mente per la sua carica emotiva.
Nei nostri cuori soggiacciono ferite emozionali attive, che al minimo sussulto sismico (esperienze che la vita comporta) emergono con una forte carica emotiva paragonabile alla potenza di un vulcano in eruzione, provocando, il più delle volte, danni irreparabili a noi stessi e alle persone che più amiamo. Gli aspetti di un io bisbetico, irrequieto, insaziabile, volubile, capriccioso, offeso, timido, pauroso, frustrato, ribelle, testardo, sottomesso, aggressivo egocentrico, passionale, paragonabili al magma, al gas, ai vapori, allo zolfo e ai prodotti piroclastici di un vulcano, costituiscono uno stato latente o palese di situazioni molto pericolose endogene ed esogene della persona.
Perché? Come mai? Che cosa succede nella nostra mente? Dove avviene questo processo di reazione emozionale fuori dalla norma e che erroneamente cerchiamo di giustificare con accuse?
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L’amigdala è un centro del sistema limbico del cervello. Il termine deriva dalla parola greca che significa mandorla. É un gruppo di strutture interconnesse, a forma appunto di mandorla, posto sopra il tronco cerebrale, vicino alla parte inferiore del sistema limbico.
Il sistema limbico è il punto centrale del sistema regolare endocrino, vegetativo e psichico; elabora stimoli provenienti dall’interno del corpo e dall’esterno. Descrive le strutture cerebrali che si trovano al confine tra l’ipotalamo e le strutture connesse, da un lato, la corteccia cerebrale dall’altro.
L’amigdala, ne abbiamo due, è specializzata nelle questioni emozionali. Se viene resecata dal resto del cervello, il risultato è una evidentissima incapacità di valutare il significato emozionale degli eventi, conseguentemente si diventa cechi affettivamente (cecità affettiva).
L’amigdala funzione come un archivio della memoria emozionale ed è quindi depositaria del significato stesso degli eventi; la vita senza l’amigdala è un’esistenza spogliata di significato personale.
All’amigdala è legato qualcosa di più dell’affetto: tutte le passioni dipendono da essa. Le lacrime, un segnale emozionale esclusivo degli esseri umani, sono stimolate da essa. Asportando o resecandola negli animali, questi perdono ogni impulso a cooperare o a competere e non provano più rabbia o paura.
1. L’amigdala è un grilletto molto sensibile.
I segnali di entrata provenienti dagli organi di senso consentono all’amigdala di analizzare ogni esperienza andando, per così dire, a ‘caccia di guai’. É una sentinella psicologica che scandaglia ogni situazione e ogni percezione, sempre guidata da un unico interrogativo, il più primitivo: E’ qualcosa che odio? Qualcosa che mi ferisce? Qualcosa che temo? Se la risposta è affermativa – se in qualche modo la situazione profila un «Si» – l’amigdala scatta immediatamente, come un sorta di grilletto neurale e reagisce telegrafando un messaggio di crisi a tutte le parti del cervello.
Nell’architettura cerebrale, l’amigdala è come una di quelle centraline programmate per inviare chiamate di emergenze ai vigili del fuoco, alla polizia… ogni qualvolta il sistema di allarme istallato all’interno di un’abitazione o di una banca segnali un problema.
Quando scatta l’allarme della paura, ad esempio, l’amigdala invia messaggi di emergenza e tutte le parti principali del cervello; stimola la secrezione degli ormoni che innescano la reazione di combattimento o fuga, mobilita i centri del movimento e attiva il sistema cardiovascolare, i muscoli e l’intestino. Altri segnali vengono dati per secernere piccole quantità di adrenalina, oppure al tronco cerebrale, facendo assumere al volto un’espressione spaventata, ecc. Simultaneamente, i sistemi mnemonici corticali vengono riorganizzati con precedenza assoluta per richiamare ogni informazione utile nella situazione di emergenza contingente.
Nell’architettura del cervello l’amigdala ha una posizione privilegiata in qualità di sentinella delle emozioni capace all’occorrenza di sequestrare il cervello.
Gli input sensoriali provenienti dall’occhio o dall’orecchio viaggiano dapprima diretti al talamo e poi servendosi di un circuito monosinaptico all’amigdala (esiste un fascio molto sottile di fibre nervose che vanno direttamente all’amigdala); un secondo segnale viene poi inviato dal talamo alla neocorteccia – il cervello pesante o pensante. Questa ramificazione permette all’amigdala di cominciare a rispondere prima della neocorteccia.
Quest’ultima, infatti, elabora le informazioni attraverso vari livelli di circuiti cerebrali prima di poterle percepire in modo davvero completo e di formulare infine una risposta, che risulta quindi molto più raffinata rispetto a quella dell’amigdala.
2. L’amigdala è specialista della memoria emozionale.
Le nostre emozioni hanno una mente che si occupa di loro e che può avere opinioni del tutto indipendenti da quelle della mente razionale.
L’ippocampo (parte del lobo temporale) – per lungo tempo considerato la struttura chiave del sistema limbico – è coinvolto nella registrazione e nella comprensione degli schemi percettivi più che non nelle reazioni emotive – come in un computer.
La principale funzione dell’ippocampo sta nel fornire un ricordo particolareggiato del contesto, vitale per il significato emozionale; è l’ippocampo che riconosce il diverso significato, tanto per fare un esempio, di un orso visto allo zoo o nel cortile di casa.
Mentre l’ippocampo ricorda i fatti nudi e crudi, l’amigdala ne trattiene, per cosi dire, il sapore emozionale. Ad esempio: nel caso in cui avessimo fatto un sorpasso rischioso tale da creare un certa paura, l’amigdala, da quel momento in poi, ogni qualvolta che, in qualche modo, ci si ritrova in circostanze simili, ci fa sentire ansiosi. L’ippocampo è fondamentale per riconoscere in un volto quello di tua cugina. Ma è l’amigdala ad aggiungere che ti è proprio antipatica.
3. Meccanismi di allarme neurale e associazioni
In quanto archivio della memoria emozionale, l’amigdala analizza l’esperienza corrente, confrontando ciò che sta accadendo nel presente con quanto già accaduto nel passato. Il suo metodo di confronto è associativo: quando la situazione presente e quella passata hanno un elemento chiave simile, l’amigdala lo identifica come una associazione.
Ecco perché questo circuito è, per cosi dire, sciatto: agisce prima di avere una piena conferma. Ci comanda precipitosamente di reagire ad una situazione presente secondo modalità fissate molto tempo fa, con pensieri, emozioni e reazioni apprese fissate in risposta ad eventi forse solo vagamente analoghi – e tuttavia abbastanza simili da metterla in allarme.
Perché essa dichiari lo stato di emergenza basta solo che pochissimi elementi della situazione presente ricordino quelli di una passata circostanza pericolosa. Il guaio che oltre ai ricordi, carichi di valenze emozionali, che hanno il potere di scatenare questa risposta di crisi, possono anche essere superate le modalità di reazione. In tali momenti, l’imprecisione del cervello è aumentata anche dal fatto che molti vividi ricordi emozionali risalgono ai primi anni di vita e riguardano il rapporto fra il bambino e chi si prendeva cura di lui. Questo è vero soprattutto per gli eventi traumatici, ad esempio se un piccolo veniva percosso o apertamente trascurato.
L’amigdala può reagire con delirio di collera o di paura prima che la corteccia sappia che cosa sta accadendo, e questo perché l’emozione grezza viene scatenata in modo indipendente dal pensiero razionale, e prima di esso.
4. Il centro che controlla le nostre emozioni
Mentre l’amigdala lavora per scatenare una reazione ansiosa e impulsiva, altre aree del cervello emozionale si adoperano per produrre una risposta correttiva, più consona alla situazione. L’interruttore cerebrale che smorza gli impulsi sembra trovarsi all’estremo di un importante circuito diretto alla neocorteccia – precisamente ai lobi prefrontali o frontali.
Quest’area cerebrale neocorticale consente di dare ai nostri impulsi emotivi una risposta più analitica o appropriata, modulando l’amigdala e le altre aree limbiche. Quando si scatena un’emozione, nel giro di qualche istante i lobi prefrontali eseguono la reazione che ritengono migliore fra una miriade di possibilità, in base al criterio del rapporto rischio/beneficio… ad esempio: quando attaccare, quando darsi alla fuga e anche quando calmarsi, persuadere, cercare comprensione, tergiversare, provocare sensi di colpa, piagnucolare, indossare una maschera di spavalderia, essere sprezzanti, ecc.
La neocorteccia è al lavoro tutte le volte che registriamo una perdita e ci rattristiamo, o ci sentiamo felici dopo un trionfo, o ci maceriamo rimuginando su qualcosa che qualcuno ha detto o ha fatto facendoci sentire feriti o in collera.
Conclusione
In un certo senso, abbiamo due cervelli, due menti – e due diversi tipi di intelligenza: quella razionale e quella emotiva: Il nostro modo di comportarci nella vita è determinato da entrambe: non dipende solo dal Qi (quoziente dell’intelligenza), ma anche dall’intelligenza emotiva. La complementarietà del sistema limbico e della neocorteccia, dell’amigdala e dei lobi prefrontali (destro e sinistro), significa che ciascuno di essi è solitamente una componente essenziale a pieno diritto della vita mentale. Quando questi partner interagiscono bene, l’intelligenza emotiva si sviluppa, e altrettanto fanno le capacità intellettuali.
Come indurre i due partner, l’intelligenza razionale e quella emotiva, ad interagire bene?
Secondo il pensiero di E. G. White:
1. “Ciò di cui abbiamo bisogno è di una conoscenza che rinvigorisca mente e anima (l’intelligenza razionale ed emotiva – ndr.), e che faccia uomini e donne migliori. L’educazione del cuore è molto più importante di ogni nozione letteraria”. (Sulle Orme del Gran Medico, pag. 192)
2. “Dobbiamo disciplinare, educare e addestrare la mente in modo tale da poter compiere il servizio di Dio anche se esso non è in armonia con le inclinazioni naturali. Bisogna sopraffare le tendenze al male, ereditate e acquisite” (Idem, pag. 194).
3. “Coltivate ciò che vi è più nobile in voi, siate pronti a riconoscere le buone qualità l’uno dell’altra: il sapersi apprezzati è uno stimolo meraviglioso e una grande soddisfazione. La simpatia e il rispetto incoraggiano nella lotta per perfezionarsi, e la l’amore stesso cresce mentre sprona al raggiungimento di fini più nobili” (Idem, pag. 152).
4. “Dio ci ha dato la facoltà di scegliere, ma sta a noi fare la scelta. Non possiamo cambiare i nostri cuori, non possiamo dominare i nostri pensieri, i nostri impulsi, i nostri affetti, non possiamo renderci puri e adatti al servizio di Dio, ma possiamo scegliere di servire Dio e offrirgli la nostra volontà. Allora Egli opererà in noi «il volere e l’operare secondo il suo beneplacito»” (Filippesi 2: 15), (Idem, pag. 70).
5. Le cose migliori della vita – la semplicità, l’onestà, la veracità, la purezza e l’integrità – non si possono né comprare né vendere. esse sono a disposizione degli ignoranti e degli istruiti, dell’umile lavoratore e dell’illustre uomo di stato” (Idem. pag. 80).
Francesco Zenzale
Nota: Questo studio, tranne le citazioni di E. G. White, è stato tratto dal libro del Dr. D. Goleman, Intelligenza Emotiva, ed. CDE, Milano.

IMPARIAMO AD AMARE…

venerdì
giu 26,2009
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“Ogni volta che ami, il sé scompare” (Osho)
“Io insegno l’amore per se stessi. Ma ricorda, amore per se stessi non significa orgoglio egocentrico, niente affatto, significa esattamente l’opposto. La persona che ama se stessa scopre che in lei non esiste alcun sé. L’amore dissolve sempre il sé: questo è uno dei segreti alchemici che dev’essere compreso, appreso, sperimentato. L’amore dissolve sempre il sé. Ogni volta che ami, il sé scompare. Quando ami una donna, almeno nei pochi istanti in cui senti amore reale per lei, in te non esiste un sé, alcun ego.
L’ego e l’amore non possono esistere insieme. Sono come la luce e l’oscurità: quando viene la luce, l’oscurità si dissolve. Se ami te stesso, ti sorprenderai: l’amore per se stessi implica la scomparsa del sé. Nell’amore per se stessi non esiste mai un sé. Questo è il paradosso: l’amore per se stessi è totale assenza di sé. Non è egocentrismo; perché ogni volta che esiste la luce non c’è alcuna oscurità, e ogni volta che esiste amore non c’è alcun sé.
L’amore scioglie il sé congelato. Il sé è simile a un cubetto di ghiaccio, l’amore è simile al sole del mattino. Il calore dell’amore… e il sé inizia a sciogliersi. Più ami te stesso meno troverai un sé dentro di te, per cui diventa una meditazione profonda, uno slancio appassionato verso il divino.
E tu lo sai! Forse non sai nulla dell’amore per te stesso, perché non ti sei mai amato. Ma hai amato gli altri, e devi aver colto dei bagliori fugaci. Devono esserci stati istanti rarissimi in cui per un secondo, improvvisamente, tu non eri più presente e solo l’amore esisteva, solo l’energia dell’amore fluiva, senza avere un centro: dal nulla verso il nulla. Quando due amanti sono seduti vicini, due nulla sono seduti vicini, due zero siedono vicini; e questa è la bellezza dell’amore: ti svuota totalmente del tuo sé.
Ricorda, dunque: l’orgoglio egocentrico non è mai amore per se stessi. L’orgoglio egocentrico è esattamente l’opposto. La persona che non è riuscita ad amare se stessa diventa egocentrica”
AMATA
Una speranza, un augurio, un dovere a credere che……… qualunque sia il domani TU NE FAI PARTE
Passa tranquillamente fra la folla vociante e festosa e ricorda quanta pace puoi ritrovare dentro al silenzio.
Vivi in armonia con tutti; ma se puoi senza sottometterti ad essi.
Parla sempre con la sincerità e fai della tranquillità  la tua chiarezza, porgendo un orecchio anche agli altri; finanche il tordo,  l’ignorante, l’ignobile e il mendicante hanno una propria storia da raccontare.
Evita la cattiveria ed il volgare, sono esasperazioni dell’anima che danno  soltanto apprensione allo spirito.
Se paragoni te stessa agli altri, corri il rischio di diventar vana ed amara, perché sempre troverai chi si raffronta con te è apparirà migliore o peggiore di quello che sei.
Rallegrati dei tuoi successi, ma sappi accettare e gioire anche nell’aver  incrociato delle nuove vie che si riscoprono grazie alla luce di speranza che affiora dopo qualsiasi sofferenza.
Ama sempre il tuo lavoro, per quanto umile possa essere è l’unica ricchezza che hai in un mondo dalle alterne fortune.
Sii accorta nelle tue scelte, poiché il mondo è pieno di inganni, ma non lasciare che questo timore ti offuschi nella ricerca della verità; molti si battono per grandi ideali, e dovunque la vita è colma di eroismo ed atti lodevoli di mani protese in avanti che donano gesti d’amore senza nulla chiedere in cambio.
Siì te stessa.
Mai simulare, specialmente nell’affetto, nè esser cinica riguardo all’amore, poiché esso, fra tante avidità e delusioni, sboccia eterno come un filo d’erba.
Ascolta benevola il consiglio degli anni, arrendentoti con grazia alla gioventù sfuggente. Fortifica il tuo animo per proteggerti dall’improvvisa sfortuna.
Non lasciarti però coglier impreparata dal pessimismo; molte angosce sono il frutto della stanchezza e della solitudine. A parte questa sana disciplina, siì benevola con te stessa. Lo meriti.
Sei una creatura dell’universo, al pari degli alberi e delle stelle ed hai anche tu, a loro pari eguaglianza, il diritto ad esistere. Che tu ne sia certa o meno, l’universo si espande.
Perciò vivi in pace con Dio, qualunque effigie egli abbia per te, e qualunque sia il tuo travaglio e le tue aspirazioni, nel turbolento viavai della vita, vivi in pace con te stessa.
Malgrado le sue ipocrisie ed i sogni infranti questo è pur sempre un mondo meraviglioso.
Lotta per la tua serenità e sforzati…………………… nel sentirti sempre felice.

La tua mamma che ti ama….. Ciao piccola mia!

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(Un giardino fiorito tutto per te!)

L’AMORE…

  • Filed under: Amore
martedì
feb 10,2009

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…Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
L’amore
Ti sei mai chiesto cos’è l’amore? Profondamente, silenziosamente, intimamente, nel tuo cuore? Forse in una sensazione di un istante, che molti chiamano emozione, ma l’amore che cos’è? L’amore è l’alito di vento che ti accarezza sulla vetta della cima di una montagna? L’amore è la sensazione di speranza di fronte ad una preghiera? L’amore è quella infinita pace di una carezza? L’amore… è il calore di un abbraccio sincero? l’amore è il dolce profumo di un bacio appassionato?
L’amore, cos’è l’amore?
In un attimo tutto si crea con l’amore ed in un secondo tutto si trasforma. L’amore da luce ai giorni tutti uguali, e’ un barlume di gioia nei sorrisi dei bambini, è un istante e l’eternità racchiusa in esso. L’amore è un sogno, la luce accesa del focolare in una casa in campagna, è un libro di poesie tra le ginocchia, è una ninnananna della sera, è il primo incontro degli innamorati, è il pudore di un bacio sotto il lampione. Attimi di eterno racchiusi in un unico, splendido messaggio: l’amore.
Forse ciò che rende unico l’amore è questo suo inafferrabile morire e rivivere ad ogni istante. Juan Baladán Gadea, dal libro “Di solitudine e amore”.
I Pastori

Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua nafia
rimanga ne' cuori esuli a conforto
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia.Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciaquìo, calpestìo, dolci rumori.

Ah perchè non son io co' miei pastori?


Il cervello può essere danneggiato dalla fine di un’amore

Di marina morelli • 01 ott, 2010 • Categoria: Star bene Essere lasciati dal proprio partner è una brutta esperienza di vita. Sul Journal of Neurophysiology si legge di uno studio di Helen E. Fisher che spiega come la fine di un amore può agire sul cervello come una droga e dare dipendenza al pari di alcol, nicotina e cocaina.
Lo studio è stato effettuato su alcuni studenti universitari uomini e donne, appena piantati in asso dal partner.
La scansione con la risonanza magnetica funzionale ha rivelato che i “cuori spezzati” subiscono delle ferite nel cervello, corrispondenti ad alterazioni in meccanismi cerebrali legati alle aree del piacere e della ricompensa, le stesse implicate nella dipendenza da sostanze stupefacenti come la cocaina.
Ai volontari, usciti da poche settimane da una relazione di due anni, sono state sottoposte foto dei vecchi amori, mentre eseguivano un compito al computer. Una tortura ben visibile grazie alle immagini radiografiche raccolte nella testa del rifiutato. “Abbiamo osservato un vero dolore fisico, che si manifesta nel tentativo di capire cosa è accaduto – spiega Fisher – e può ricominciare anche molto tempo dopo l’addio”.
I ricercatori cercheranno di capire di più sui meccanismi interni alla materia grigia. L’abbandono genera, infatti, scariche di dopamina che “lavano” il cervello, innescando sentimenti di disperazione con comportamenti che possono andare dallo stalking a reazioni più gravi e patologiche, tali da sfociare in omicidi e suicidi.
В мире случается очень много интересного и забавного,  в том числе и в вопросах,  касающихся  секретов человеческого организма и здоровья.  Ученые находят ответы на многие, давно интересующие нас вопросы, касающиеся здоровья и долголетия.
Иногда интересно узнать – как же лечили раньше людей. Мы, конечно же, знаем определенные факты, но есть прямо шокирующие подробности! А то, что в нашем организме – больше килограмма микробов и паразитов! Иногда просто удивляешься, узнавая все новые и новые факты о секретах человеческого организма!
В XV веке считали, что красный цвет лечит. Больные надевали красное и окружали себя красными вещами. Детям же лучше помогал голубой цвет. К врачам в это время обращались только в самом крайнем случае: только, когда больше идти было уже не к кому.

ТОП-10 интересных и забавных фактов про болезни

  1. Одна из самых кровопролитных, в прямом смысле слова, операций была проведена в 1970 году. Во время операции на сердце пациенту, страдающему гемофилией, потребовалось 1080 литров крови — это 15 полных ванн.
  2. Самая заразная болезнь в мире – чума. Примерно четверть населения Европы и 75 миллионов человек по всему миру погубила легочная форма чумы, известная как «черная смерть». Согласно данным архивов, тогда скончалось до 2/3 всех заболевших.
  3. Самая высокая температура тела была зафиксирована 10 июля 1980 г.: в больницу «Грейди Мемориал» в Атланте, шт. Джорджия, США, поступил 52-летний Уилли Джонс, получивший тепловой удар. Температура его тела была равна 46,5С. Из больницы пациент был выписан через 24 дня.
  4. В 1880 году кокаин свободно продавался для лечения простуды, невралгии, головной боли и бессонницы. Впрочем, примерно в то же время кока-колу продавали как средство от боли в желудке.
  5. Петр I пробовал свои силы в лечении зубов, постоянно имея при себе набор необходимых инструментов. И горе тому, кто в его присутствии жаловался на боль: Петр немедленно усаживал больного и рвал зуб, иногда и здоровый.
  6. «Заморозку» для ран придумал гладиатор Гален из Пергамума. Для облегчения болезненных ощущений от работы с мечом и нанесенных легких ран он смешал оливковое масло, воск и розовые лепестки. Смесь при нанесении на кожу быстро испарялась, давая ощущение прохлады.  Гален назвал ее цератум хумидум (ceratum humidum), то есть влажным воском.
  7. Самая длительная операция продолжалась 96 часов. В процессе нее была удалена большая опухоль пациенту из Чикаго, США.
  8. В США в среднем совершается 3 операции по смене пола в день. В Ирландии такие операции не проводились никогда.
  9. Статистически по понедельникам случается на 25 % больше травм спины и на 33% больше сердечных приступов.
  10. В нашем теле всегда можно набрать как минимум килограмм микробов и паразитов. Многие из них нам жизненно необходимы.

Несколько интересных современных фактов про здоровье

  • Совсем недавно английские ученые доказали, что для того чтобы избавиться от храпа нужно петь перед сном. Дело в том, что пение является своеобразным упражнением голосовых связок, которые укрепляют мышцы мягкого неба. Зачастую человек храпит именно из-за того, что эти мышцы очень слабые. Поэтому, для того чтобы перестать храпеть, достаточно просто петь по вечерам, примерно за час до отхода ко сну.
  • К нарушениям в сердечно-сосудистой системе может привести одна чашка кофе, выпитая утром. Первая чашка кофе приводит к повышению тонуса стенок артерий примерно на два часа. Кроме того, повышается артериальное давление, увеличивается нагрузка на сердце. Следует отметить, что вторая и третья кружки оказывают меньшее влияние на стенки сосудов. Поэтому будьте внимательнее, выпивая первую за день чашку кофе.
  • То, что нельзя есть вечером – это миф. Так утверждают медики. Можно есть не только вечером, но и поздним вечером, причем это никак не скажется на вашей фигуре. Дело в том, что нельзя превышать суточную норму калорий. Когда мы целый день забываем про нормальное питание, а вечером пытаемся наверстать все упущенное за день, мы потребляем намного больше калорий, чем это необходимо. Помните, что самое главное это не то, когда вы принимаете пищу, а то, что вы едите. Вечером следует отказаться от употребления пива, калорийных сладостей и мороженного. Ограничьтесь менее калорийными блюдами и вы не наберете лишнего веса.
  • Излишняя чистота-причина болезней.     Все хорошо в меру и порой бывает так, что излишнее усердие в области наведения чистоты может увеличить риск развития некоторых заболеваний. Согласно статистике за последние годы резко возросло количество случаев заболевания диабетом первого типа среди детей. В результате долгих поисков, ученые пришли к выводу: всему причиной стало излишнее стремление родителей к чистоте. Исследования показывают, что некоторые виды бактерий и вирусов находящихся в окружающей среде служат организму некоторой «закалкой». То есть на них с детства у человека вырабатывается иммунитет. Если же такие бактерии отсутствуют, например при чистке, то организм становится незащищенным. В данном случае повышается риск развития диабета первого типа.
И напоследок

Несколько интересных афоризмов о болезнях:

  • Мудрец будет скорее избегать болезней, чем выбирать средства против них. (Т. Мор)
  • Умеренность – союзник природы и страж здоровья. (Абу-аль-Фарадж)
  • Самые худшие болезни не смертельные, а неизлечимые. (М. Эшенбах)
  • Надежда выздороветь – половина выздоровления. (Вольтер)
  • Здоровье гораздо более зависит от наших привычек и питания, чем от врачебного искусства. (Д. Леббок)
  • Какая это скучная болезнь – оберегать свое здоровье чересчур строгим режимом! (Ф. Ларошфуко)
  • Самые здоровые и красивые люди – это те, которых ничего не раздражает. (Г. Лихтенберг)
  • Мы пьем за здоровье друг друга и портим собственное здоровье. (Д.К. Джером)
  • Кто заражен страхом болезни, тот уже заражен болезнью страха. (М. Монтень)
  • Если против какой-нибудь болезни предлагается очень много средств, то значит болезнь неизлечима. (А. Чехов)
  • Девять десятых нашего счастья зависит от здоровья. (А. Шопенгауэр)
  • Самый ценный плод здоровья – возможность получать удовольствие. (М. Монтень)
  • Подобно тому, как существует болезнь тела, существует также и болезнь образа жизни. (Демокрит)
  • Еще афоризмы про здоровье ЗДЕСЬ

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