понедельник, 13 июня 2011 г.

La Neurobiologia della "Drug Addiction"*
  • Sezione I: Introduzione al Cervello
  • Sezione II: Circuito Neuronale della Ricompensa e Addiction
  • Sezione III: L'Azione dell'Eroina (Morfina)
  • Sezione IV: L'Azione della Cocaina
Informazioni per il Presentatore
Creazione di Slides per la Presentazione
 

Sezione I: Introduzione al Cervello

Slide 1: Introduzione
Introdurre lo scopo della presentazione. Indicare che spiegherete i meccanismi di base dell'attività cerebrale la modalità con cui  droghe come eroina e cocaina agiscono nel cervello. Dire all'uditorio che discuterete il concetto di "ricompensa" che è la proprietà caratteristica di molte droghe da addiction.
[N.d.T.] Per fedeltà al concetto originale di addiction ( condizione in cui sono presenti comportamenti di abuso e di dipendenza da una o più sostanze, dal verbo to addict essere dedito a qualcosa) e ai suoi derivati (per esempio addictive drugs: sostanze che si prestano a diventare oggetto di addiction) - si è scelto di mantenere nel testo la parola inglese
 
Slide 2: Cervello e midollo spinale
Il sistema nervoso centrale è  composto dal cervello e dal midollo spinale. Descrivere il cervello come unità funzionale, composto da bilioni di cellule nervose (neuroni) che comunicano l'un l'altro utilizzando segnali elettrici e chimici.
Slide 3: Regioni cerebrali e circuiti neuronali
Determinate parti del cervello governano specifiche funzioni. Puntare le aree come quella della corteccia sensoriale (arancio), motoria (blu) e visiva (giallo) per sottolineare le loro specifiche funzioni. Puntare il cervelletto (rosa) per la coordinazione motoria e l'ippocampo (verde) per la memoria. Indicare che cellule nervose o neuroni connettono un'area all'altra attraverso circuiti per inviare e integrare informazioni. Le distanze che i neuroni coprono possono essere brevi o lunghe. Per esempio: puntare il circuito della ricompensa  (arancio). Spiegare che questo circuito è attivato quando una persona riceve rinforzi positivi  per certi comportamenti ("ricompensa"). Indicare che si spiegherà cosa accade quando una persona prende una addictive drug. Come altro esempio, puntare al talamo (magenta). Questa struttura riceve informazioni sul dolore provenienti dal soma (linea magenta nel midollo spinale), e le invia informazioni alla corteccia. Dire all'uditorio che affronterete questo argomento in maggior dettaglio.
Slide 4: Circuito per la percezione e la reazione al dolore
Si tratta di un lungo circuito, in cui i neuroni sviluppano connessioni sia col cervello che col midollo spinale. Spiegare cosa succede quando uno si chiude un dito in una porta. Prima, le terminazioni nervose nel dito avvertono il danno (neuroni sensoriali) e mandano impulsi lungo gli assoni al midollo spinale (circuito magenta ). Puntare ciascuna parte del circuito mentre spiegate la direzione dell'informazione. Gli assoni afferenti fanno sinapsi coi neuroni che proiettano al cervello. I neuroni che viaggiano lungo il midollo spinale quindi formano sinapsi coi neuroni nel  talamo, che è parte del mesencefalo (cerchio magenta). Il talamo elabora questa informazione, la invia alla corteccia sensoriale (blu), che la percepisce come dolore e attiva la  corteccia motoria prossimale (arancio) che rimanda l'informazione al talamo (circuito verde). Di nuovo il talamo elabora quest'informazione e invia segnali al midollo spinale, che comanda i neuroni motori del dito e di altre parti del corpo per reagire al dolore (per esempio, schioccare le dita o gridare "ouch!").
Slide 5: Struttura neuronale
Indicare che questi circuiti sono composti da neuroni. Questa immagine contiene reali neuroni del talamo. Essi sono stati riempiti con un colorante fluorescente e visti attraverso un microscopio. Descrivere l'anatomia di un neurone: puntare il corpo cellulare (soma), dendriti e assoni (marcati col testo). Alla fine dell'assone c'è la terminazione, che crea connessione con un altro neurone. [Nota: l'assone è stato disegnato dentro per chiarezza, ma in realtà  gli assoni di questi neuroni viaggiano fino alla corteccia cerebrale.]
Slide 6: Direzione del flusso
Spiegare la normale direzione del flusso d'informazione (elettrica e chimica). Un impulso elettrico (il potenziale d'azione) viaggia lungo l'assone verso la terminazione (indicarla). La terminazione crea una connessione con il dendrite del neurone vicino, dove si modifica come informazione chimica. L'area di contatto è chiamata sinapsi. Mentre la sinapsi tra una terminazione e un dendrite (mostrato qui) è abbastanza tipica, esistono altri tipi di sinapsi come, per esempio tra il terminale e il soma o l'assone.
Slide 7: Sinapsi e neurotrasmissione sinaptica
Descrivere la sinapsi e il processo di neurotrasmissione chimica . Non appena l'impulso elettrico raggiunge la terminazione, attiva le vescicole contenenti un neurotrasmettitore, come la dopamina (in blu), per spostarsi verso la terminazione della membrana. Le vescicole si fondono con la terminazione della membrana per rilasciare il loro contenuto (in questo caso, dopamina). Una volta dentro al bottone sinaptico (lo spazio tra i 2 neuroni) la dopamina può legarsi alle proteine specifiche, chiamate recettori dopaminergici (in rosa), localizzati sulla membrana del neurone adiacente. Questo è illustrato in maggiore dettaglio nella prossima slide.
Slide 8: Neurotrasmissione di dopamina e modulazione da parte degli oppioidi endogeni
Usando l'ingrandimento di una sinapsi, continuare con la dopamina come esempio di funzione sinaptica. Spiegare che questa è sintetizzata nella terminazione nervosa e impacchettata in vescicole. Ripetere i passaggi della neurotrasmissione. Mostrare come le vescicole si fondono con la membrana e rilasciano dopamina. Le molecole di dopamina  possono quindi legarsi a un recettore specifico (in rosa). Dopo che la dopamina è stata legata, esce dal recettore ed è rimossa dal bottone sinaptico dalle pompe di uptake (ancora proteine) che sono localizzate sulla terminazione (le frecce mostrano la direzione del movimento). Questo processo è importante perchè assicura che  una quantità eccessiva di dopamina non rimanga costantemente nel bottone sinaptico. Indicare anche che ci sono neuroni vicini che rilasciano un altro composto chiamato neuromodulatore. I neuromodulatori aiutano ad aumentare o inibire la neurotrasmissione che è controllata da neurotrasmettitori come per la dopamina. In questo caso, il neuromodulatore è una "endorfina" (in rosso). Le endorfine si legano ai recettori degli oppiacei (in giallo) che possono essere localizzati sulla cellula post-sinaptica (mostrare qui) o, in alcuni casi, sulle terminazioni di altri neuroni (questo non si vede, per cui va sottolineato). Le endorfine sono distrutte da enzimi piuttosto che rimosse da pompe di uptake.
 
Sezione II: Circuito della Ricompensa e Addiction
Slide 9: Circuito della ricompensa e addiction
Introdurre il concetto di ricompensa. Gli esseri umani, così come altri organismi, mettono in atto comportamenti che sono ricompensanti; i sentimenti di piacevolezza implicano un rinforzo positivo cosicchè il comportamento viene ripetuto. Esistono  ricompense sia naturali che artificiali, come le droghe.
Slide 10: Ricompense naturali
Ricompense naturali (come sono cibo, acqua, sesso e allevamento) permettono all'organismo di sentire piacere quando si mangia, si beve, si procrea e si è allevati. Tali sentimenti piacevoli rinforzano il comportamento cosicchè verrà ripetuto. Ciascuno di questi comportamenti è richiesto per la sopravvivenza della specie. Ricordare all'uditorio che c'è un circuito nel cervello che è responsabile per i comportamenti ricompensanti. Questo può essere visto in maggiore dettaglio nella prossima slide.
Slide 11: Circuito della ricompensa
Dire all'uditorio che questa è una sezione del cervello presa al centro. Un importante parte del circuito della ricompensa  è mostrato e le maggiori strutture sono evidenziate: area ventrale tegmentale(VTA), nucleo accumbens e corteccia prefrontale. La VTA è connessa sia al nucleo accumbens che alla corteccia prefrontale attraverso questo circuito e invia informazioni a queste strutture attraverso i suoi neuroni. I neuroni della VTA contengono il neurotrasmettitore dopamina che è rilasciato nel nucleo accumbens e nella corteccia prefrontale (puntare ognuna di queste strutture). Ripetere che questo circuito è attivato da uno stimolo ricompensante. [Nota: il circuito mostrato qui non è il solo circuito attivato dalle ricompense, altre strutture sono coinvolte, ma solamente questa parte del circuito è mostrato per semplicità.]
Slide 12: Attivazione del circuito della ricompensa da parte di uno stimolo elettrico
La scoperta del circuito della ricompensa  fu raggiunta con l'aiuto di animali come i ratti. Questi furono allenati a schiacciare una leva grazie a una minima stimolazione elettrica su determinate parti del cervello. Mostrare che quando un elettrodo è piazzato nel nucleo accumbens, il ratto inizia a schiacciare la leva per ricevere il piccolo stimolo elettrico perchè avvertito come piacevole. Questa percezione ricompensante è anche chiamata rinforzo positivo. Puntare un'area del cervello adiacente al nucleo accumbens. Dire all'uditorio che quando l'elettrodo è posto lì, il ratto non presserà la leva poichè i neuroni attivati in quest'area adiacente non sono connessi col nucleo accumbens e non attivano il  circuito della ricompensa. L'importanza del neurotrasmettitore dopamina è stata determinata in questi esperimenti perchè i ricercatori possono misurare un incremento nel rilascio di dopamina nel circuito della ricompensa dopo che il ratto riceve la ricompensa. E, se il rilascio  della dopamina è prevenuto (sia con una droga o distruggendo il circuito), il ratto non vorrà più pressare la  barra per ricevere la stimolazione elettrica. Così, con l'aiuto dei ratti, sono state evidenziate sia le specifiche aree del cervello sia i meccanismi neurochimici coinvolti in questo circuito.
Slide 13: Addiction
Ora che è stato definito il concetto di ricompensa, potete definire l'addiction. L'Addiction è uno stato nel quale un organismo attua un comportamento compulsivo, anche quando si espone a conseguenze negative . Questo comportamento è rinforzante, o ricompensante, come  già si è discusso. Una maggiore caratteristica dell'addiction è la perdita del controllo nel limitare l'uso della  sostanza. Le più recenti ricerche indicano che il circuito della ricompensa  può essere anche più importante sul "craving" associato all'addiction, comparato alla ricompensa stessa. I ricercatori hanno imparato molto sulle basi biochimiche, cellulari e molecolari dell'addiction; è chiaro che l'addiction è una malattia del cervello. Affermare che verranno illustrati 2 esempi dell'interazione tra droghe che sono addictive, i loro obiettivi cellulari nel cervello, e il circuito della ricompensa.
 
Sezione III: L'Azione dell'Eroina (Morfina)
Slide 14: L'azione dell'eroina (morfina)
L'eroina è una "addictive drug", anche se non tutti gli utilizzatori diventeranno addicted; altri fattori sono importanti nel produrre "addiction", come l'ambiente e la personalità di chi la usa. L'eroina produce euforia o sentimenti piacevoli e può essere un rinforzatore positivo dal momento che interagisce con il circuito della ricompensa. Indicare che si spiegherà ora come questo accade.
Slide 15: Localizzazione dei siti di legame degli oppiacei all'interno del cervello e del midollo spinale
Quando una persona s'inietta eroina (o morfina), la sostanza trasportata dal flusso sanguigno arriva velocemente al cervello. In realtà, l'eroina può raggiungere il cervello altrettanto velocemente anche nel caso in cui venga fumata (vedere la descrizione della slide #25). Gli abusatori inoltre sniffano l'eroina per evitare problemi con le iniezioni. In questo caso, l'eroina non raggiunge il cervello con la stessa rapidità con cui lo raggiunge qualora venga iniettata o fumata, ma i suoi effetti possono durare di più. Una volta giunta nel cervello, l'eroina viene convertita in morfina da enzimi: si lega ai recettori per gli oppiacei in determinate aree cerebrali. Puntare le aree dove gli oppiacei si legano (punti verdi). Sono evidenziati parte della corteccia cerebrale, VTA, nucleo accumbens, talamo, mesencefalo e midollo spinale. Mostrare che i legami della morfina ai recettori per gli oppiacei sono concentrati in aree all'interno del circuito della ricompensa (includendo VTA, nucleo accumbens e corteccia). La morfina inoltre si lega alle aree coinvolte nel circuito del dolore (includendo talamo, mesencefalo e midollo spinale). Il legame della morfina alle aree proprie del circuito del dolore porta all'analgesia.
Slide 16: Legami della morfina all'interno del circuito della ricompensa
Ribadire i legami della morfina ai recettori neuronali nella VTA e nel nucleo accumbens. Qui questo è mostrato all'interno del circuito della ricompensa. Indicare che nella prossima slide si affronterà come la morfina attiva questo circuito.
Slide 17: Legami oppiacei-recettori nel nucleo accumbens: aumento del rilascio di dopamina
Questo è un ingrandimento di una sinapsi all'interno del nucleo accumbens. Tre tipi di neuroni partecipano all'azione degli oppiacei: uno rilascia dopamina (sulla sinistra), una terminazione prossimale (sulla destra) contiene un differente neurotrasmettitore (probabilmente GABA), la cellula post-sinaptica contiene i recettori dopaminergici (in rosa). Mostrare che  gli  oppiacei si legano ai loro recettori   (giallo) sulle terminazioni adiacenti  che inviano un segnale alla terminazione di rilasciare maggior quantità di dopamina. [Nel caso qualcuno domandi come, una teoria è che l'attivazione del recettore per gli oppiacei diminuisca il rilascio di GABA, che normalmente inibisce il rilascio di dopamina, cosicchè risulta aumentato il rilascio di dopamina.]
Slide 18: Ratti auto-somministratori di eroina
Così come un ratto stimolerà se stesso con una piccola scossa elettrica (all'interno del circuito della ricompensa), allo stesso modo premerà una leva per ricevere eroina. In questa slide, il ratto è auto-somministratore di eroina attraverso un piccolo ago inserito direttamente nel nucleo accumbens. Il ratto  pressa la leva per avere più eroina poichè la droga lo fa sentire bene. L'eroina è il rinforzo positivo e funge da ricompensa al comportamento di premere la leva. Se l'ago è posto in un'area vicina al nucleo accumbens, il ratto non si somministrerà eroina. I ricercatori hanno scoperto che il rilascio di dopamina aumenta dentro il circuito della ricompensa del ratto auto-somministratore. Così, essendo presente una quantità maggiore  di dopamina nello spazio sinaptico, vengono interessati più recettori dopaminergici  che attivano il circuito della ricompensa.
Slide 19: Definizione di tolleranza
Quando vengano utilizzate droghe come l'eroina per un tempo prolungato, si può sviluppare tolleranza. Questa sopravviene quando la persona non risponde più alla droga con le stesse modalità iniziali. In altre parole, prende una dose più grande di droga per raggiungere lo stesso livello di  effetti iniziali. Così per esempio, nel caso di eroina o morfina, si sviluppa rapidamente la tolleranza  agli effetti analgesici della droga. [Lo sviluppo della  tolleranza non è addiction, anche se molte droghe che producono tolleranza sono potenzialmente addictive.] La tolleranza alle droghe può essere prodotta da meccanismi differenti, ma nel caso di morfina o eroina, la tolleranza si sviluppa a livello delle cellule bersaglio. Per esempio, quando la morfina si lega ai recettori per gli oppiacei, stimola l'inibizione di un enzima (adenil cyclase) che organizza alcune attività chimiche all'interno della cellula per mantenere l'attivazione degli impulsi. Dopo la ripetuta attivazione del recettore per gli oppiacei da parte della morfina, l'enzima opera affinchè la morfina non possa più causare modificazioni nell'eccitabilità della cellula. Dunque, l'effetto di una data dose di morfina o eroina diminuisce.
Slide 20: Regioni del cervello che mediano lo sviluppo di tolleranza alla morfina
Lo sviluppo della tolleranza agli effetti analgesici della morfina coinvolge differenti aree cerebrali separate da quelle del circuito della ricompensa. Puntare alle 2 aree coinvolte qui: il talamo e il midollo spinale (punti verdi). Entrambe queste aree sono importanti nell'inviare messaggi di dolore e sono responsabili degli effetti analgesici della morfina. Le parti del circuito della ricompensa coinvolte nell'addiction  da eroina (o morfina) sono mostrate per confronto.
Slide 21: Definizione di dipendenza
Con l'uso ripetuto di eroina, si instaura inoltre dipendenza. Questa si sviluppa quando i neuroni si abituano all'esposizione ripetuta alla sostanza e funzionano normalmente solo in presenza della droga. Quando manca la droga, si verificano diverse reazioni fisiologiche. Possono essere lievi (come per la caffeina) o addirittura a rischio vitale (come per l'alcohol). Questo fatto è noto come sindrome d'astinenza. Nel caso dell'eroina, la sindrome d'astinenza può essere seria e l'abusatore userà ancora la droga  per evitarla.
Slide 22: Regioni cerebrali che mediano lo sviluppo della dipendenza da morfina
Lo sviluppo della dipendenza da morfina coinvolge specifiche aree cerebrali, differenti dal circuito della ricompensa. In questo caso, puntare al talamo e al mesencefalo (punti verdi). Le parti del circuito della ricompensa coinvolte nell' addiction da eroina (morfina)   sono mostrate per confronto. Molti sintomi dell'astinenza da eroina o morfina sono generati quando i recettori degli oppiacei nel talamo e nel mesencefalo sono privati di morfina.
Slide 23: Addiction vs dipendenza
Come si è appena spiegato, differenti parti del cervello sono responsabili dell'addiction e della dipendenza da eroina e da oppiacei. Rivedere le aree cerebrali che sottendono l'addiction alla morfina (circuito della ricompensa) e quelle che sottendono la dipendenza (talamo e mesencefalo). Quindi, è possibile essere dipendenti dalla morfina, senza essere addicted. (Quantunque, se uno è  addicted, sarà molto probabilmente anche dipendente) Questo è particolarmente vero per quelle persone che hanno ricevuto un trattamento prolungato di morfina per il dolore, per esempio nel trattamento degli stati cancerosi. Essi possono essere dipendenti: se smettono di assumere la sostanza, soffrono di una sindrome di astinenza. Ma, non sono utilizzatori compulsivi di morfina, e non sono addicted. Infine, le persone trattate con morfina in ospedale per il controllo del dolore dopo intervento chirurgico difficilmente diventeranno addicted: sebbene possano essere in parte euforici, predominano gli effetti analgesici e sedativi . Non c'è un uso compulsivo e la prescrizione è a breve termine.
 
Sezione IV: L'Azione della Cocaina
Slide 24: L'azione della cocaina
Anche la cocaina è una droga da addiction, e come nel caso dell'eroina, non tutti gli utilizzatori diventeranno addicted. Comunque, con l'avvento del crack (la free base), la percentuale di addiction alla cocaina è aumentata considerevolmente.
Slide 25: Sniffare vs fumare cocaina: differenti modalità di addiction
Storicamente l'abuso di cocaina significava sniffare il preparato in polvere (il sale idroclorito). Quando la cocaina è lavorata per ottenere "free base", può essere fumata. Mangiando il sale idroclorito di cocaina si distruggerà; la free base può essere volatilizzata ad alta temperatura senza alcuna distruzione del composto. Fumata la droga arriva al cervello più velocemente che sniffata. Mostrare perchè questo accade. Sniffare richiede che la cocaina viaggi dai vasi sanguigni del naso al cuore (freccia blue), dove viene pompata ai polmoni (freccia blue) per essere ossigenata. Il sangue ossigenato (frecce rosse) trasporta la cocaina che torna al cuore da dove viene pompata ai vari organi, tra cui il cervello. Al contrario, fumata, salta molti passaggi: la cocaina va direttamente dai polmoni al cuore e quindi al cervello. Tanto più velocemente una droga con proprietà addictive raggiunge il cervello, tanto più è probabile il suo abuso. Perciò, il tempo il tempo che intercorre tra l'assunzione di droga e il rinforzo positivo, o i relativi effetti di ricompensa, può determinare la probabilità di abuso.
Slide 26: Localizzazione dei siti di legame della cocaina
Quando una persona fuma o sniffa cocaina, questa raggiunge tutte le aree del cervello, ma si lega ai siti in alcune aree ben specificate. Queste sono evidenziate dai punti gialli:   VTA, nucleo accumbens e nucleo caudato (la struttura più grande). Rimarcare che la cocaina si lega specialmente nelle aree della ricompensa che sono già state discusse. Il legame della cocaina in altre aree come nel nucleo caudato può spiegare altri effetti quali l'aumento di comportamenti stereotipi o ripetitivi (camminare su e giù, mangiarsi le unghie, grattarsi, etc..)
Slide 27: Legame della dopamina ai recettori e uptake nel nucleo accumbens: l'azione della cocaina
Spiegare che la cocaina si lega ai siti in aree del cervello che sono ricche di sinapsi dopaminergiche quali  VTA e nucleo accumbens. Rivedere la trasmissione di dopamina nell'ingrandimento di una sinapsi nel nucleo accumbens. Indicare la dopamina (all'interno della terminazione) che viene rilasciata dentro lo spazio sinaptico. La dopamina si lega ai suoi recettori specifici e quindi viene rimossa dalle pompe di uptake all'interno della terminazione. Ora mostrare cosa avviene quando è presente la cocaina (giallo). La cocaina si lega alle pompe di uptake e impedisce il trasporto della dopamina all'interno della terminazione neuronale.  In tal modo nello spazio sinaptico permane una quantità maggiore di dopamina  che è in grado di attivare un numero maggiore di recettori. Questo è lo stesso effetto mostrato precedentemente per la morfina, dove la morfina aumentava il rilascio di dopamina dalla terminazione per produrre maggior quantità di dopamina nello spazio sinaptico.
Slide 28: Dipendenza da cocaina e attivazione del circuito della ricompensa
Rivedere dove la cocaina si lega all'interno del circuito della ricompensa (VTA e nucleo accumbens). Come risultato delle azioni della cocaina nel nucleo accumbens (puntare i punti di cocaina nel VTA e nel nucleo accumbens), c'è l'aumento degli impulsi che partono dal nucleo accumbens per attivare il sistema della ricompensa. Questo circuito può essere attivato anche in assenza di cocaina, per esempio durante il craving. Indicare che con l'uso ripetuto di cocaina, l'organismo necessita di questa droga per mantenere sentimenti di ricompensa. La persona non è più capace di sentire il rinforzo positivo o le sensazioni di piacere derivanti dalle ricompense naturali (come cibo, acqua, sesso): la persona è capace di provare piacere solo dalla cocaina. Allora l'utilizzatore diventa dipendente e quando la cocaina non è più presente, emergono anedonia (incapacità di provare piacere) e depressione come parte di una  sindrome astinenziale. Per evitarla, il soggetto torna ad usare cocaina. Diversamente dall'esempio per la morfina, l'addiction da cocaina (ad esempio il craving) e la dipendenza (ad esempio l'anedonia) coinvolgono entrambe strutture nel circuito della ricompensa.
Slide 29: Ratti auto-somministratori di cocaina
Nei ratti che si somministrano cocaina, i ricercatori hanno riscontrato aumentati livelli di dopamine nelle sinapsi del circuito della ricompensa . Come per l'eroina, i ratti premeranno una leva per ricevere iniezioni di cocaina direttamente nelle aree del circuito della ricompensa quali il nucleo accumbens e la VTA. Di nuovo, se l'ago per l'iniezione è posto in prossimità di queste regioni (ma non al loro interno), il ratto non premerà più la leva. La capacità dei  ratti di somministrarsi cocaina è un predittore eccellente della potenzialità di addictive di questa droga.
Slide 30: Conclusioni: le droghe addictive attivano il sistema della ricompensa attraverso l'aumento della neurotrasmissione di dopamina
In quest'ultima slide, il circuito della ricompensa è indicato per diverse droghe che hanno potenzialità di addiction. Come l'eroina (morfina) e la cocaina attivano il circuito della ricompensa nella VTA e nel nucleo accumbens, allo stesso modo altre droghe come la nicotina e l'alcohol attivano questo circuito, sebbene talvolta indirettamente (puntare il globus pallidus, un'area attivata dall'alcohol che si connette al circuito della ricompensa). Sebbene ogni droga abbia un differente meccanismo di azione, tutte aumentano  l'attività del circuito della ricompensa tramite l'incremento della trasmissione di dopamina. Queste droghe hanno la potenzialità di essere oggetto di comportamenti d'abuso, in relazione all'organizzazione del nostro cervello, in quanto attivano il circuito specifico della ricompensa. Dunque, l'addiction è in effetti una malattia del cervello. L'aumento delle conoscenze su questa malattia, potrà aiutare a trovare efficaci strategie di trattamento per la cura dell'addiction.
 
Informazioni di Background  per il Presentatore
A. Obiettivi
Questo "teaching packet" (pacchetto didattico) consta di un testo narrativo usato per accompagnare una serie di diapositive (slide set separato). Istruzioni per creare le slides da usare con questa presentazione sono fornite nella sezione seguente. L'obiettivo del pacchetto didattico è di informare l'uditorio circa il funzionamento basale del cervello, le nozioni di base neurobiologiche per l'addiction e le azioni di eroina e cocaina. Il pacchetto didattico è suddiviso in 4 sezioni.La prima sezione introduce il cervello e presenta alcune nozioni di base neurobiologiche, la seconda introduce il circuito della ricompensa, la terza e la quarta presentano il meccanismo d'azione di eroina e cocaina e come ciascuna incida sul sistema della ricompensa.
B. Prima di usare il pacchetto didattico
·        E' importante conoscere il tipo di uditorio ed essere pronti ad aggiustare la presentazione a seconda del grado di cultura e di preparazione del pubblico.
·        E' opportuno leggere il testo narrativo ed esercitarsi nella presentazione. Saper definire ciascun termine utilizzato. Se vi servono ulteriori informazioni, diverso materiale di riferimento è incluso alla fine.
C. Istruzioni generali
·        La presentazione delle slide richiede circa 30-40 minuti (senza domande).
·        Le slides si mostreranno benissimo in una stanza oscurata o almeno un'area buia per lo schermo.
·        Utilizzare il testo narrativo come guida, non è necessario ripetere parola per parola.
·        Usare un puntatore laser o similari e puntare gli oggetti nella slide durante l'esposizione. Molti oggetti sono etichettati la prima volta che appaiono e sono contrassegnati dal colore: menzionare il colore aiuterà a convogliare l'attenzione dell'uditorio.
·       Rivolgersi al pubblico (non allo schermo) mentre si indicano gli oggetti nella slide.
Ulteriore materiale di riferimento
G. Hanson and P.J. Venturelli. Drugs and Society, Jones and Barlett Publishers, Boston, 1995.
O. Ray and C. Ksir. Drugs, Society, and Human Behavior, Mosby, St. Louis, 1996.
R.R. Levine, C.A. Walsh and R.D. Schwartz. Pharmacology: Drug Actions and Reactions, Parthenon Publishing Group, New York, 1996.
Creazione di Slides da usare nella Presentazione
Testo Narrativo Le pagine delle varie sezioni possono essere stampate dal web browser da usare come supporto durante la presentazione. Per eventuali problemi, contattare per favore il   webmaster@lists.nida.nih.gov
Creare Slides Ci sono molti modi per creare slides da usare con questa presentazione, in funzione dell'equipaggiamento disponibile e del budget. Il metodo più economico è prendere le immagini dai large files sul  monitor, in alternativa è possibile ricavare stampe su lucido proiettabile, stampe fotografiche o diapositive. Qualitativamente il metodo migliore è fare il download degli archivi compressi sotto riportati e inviarli a un laboratorio. Per massimizzare la qualità i files sono di notevoli dimensioni. Può essere preferibile che il laboratorio effettui direttamente il download, anzichè cercare di copiare il materiale scaricato in dischetti da consegnare successivamente al laboratorio stesso. Ciascun file contiene 30 immagini in formato TIFF che è stato compresso in un archive file. Quando decompresso, questi files occupano circa 30 MB di spazio sul disco. Per Utenti Macintosh:  Slides.sea.hqx [File format: HQX; Image format: TIFF, File Size 18.8 MB] Per gli altri Utenti : Slides.ZIP [File format: ZIP; Image format: TIF, File Size 14.5 MB] Molti slide imagers possono accettare files in formato TIFF , tuttavia se servissero altri formati, ci sono diversi programmi di utility per convertire da  TIFF in altri formati.

*Traduzione italiana a cura di: Federico Mastrangelo, Massimo Mastrangelo. Milano, Agosto 1998, sulla versione last updated Wednesday, May 20, 1998.

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